
Per capire con che cosa abbiamo a che fare, bisogna tornare indietro nel tempo.
Molto indietro. Si tratta, infatti, di un’evoluzione di una risposta intrinseca nell’animo umano, nata appositamente per avvertire l’uomo di un pericolo imminente.
È pensata per dirci che attorno a noi c’è qualcosa di pericoloso, per cui è bene essere preparati per reagire.
L’abbiamo dentro sin dalla nascita dell’uomo il quale nei tempi antichi doveva fare di tutto per sopravvivere e dare retta ai suoi istinti e alle sue percezioni.
Senza la sensazione d’ansia che ci assale, si potrebbe addirittura entrare all’interno di un vicolo da soli la notte, scatenare una rissa con dieci persone di stazza maggiore della nostra e guidare a 200 chilometri orari in una zona residenziale. Ora hai capito perché, anche se ci fa sentire a disagio, ne abbiamo bisogno?
L’ansia è progettata per mantenerci al sicuro.
Ma a volte, purtroppo, questo complicato “sistema di sicurezza” va in tilt e comincia a provocare un significativo disagio, anche nei momenti in cui non vi è alcun pericolo immediato da tenere d’occhio. Questa situazione è nota come disturbo d’ansia generalizzato ed è una condizione psicologica nella quale ci si ritrova costantemente in ansia senza alcuna ragione evidente.
L’ansia, chi non l’ha provata?
Quella sensazione di agitazione e frustrazione interiore che fa sentire la terra che trema sotto i piedi, che fa pensare che da un momento all’altro possa accadere qualche cosa, che fa provare paura per qualsiasi cosa, che fa accelerare il respiro o venire mal di testa.
L’ansia colpisce un numero elevatissimo di soggetti nel mondo ed oramai è un male dei nostri tempi.
Spesso l’ansia porta ad effetti fisici veri e propri, si somatizza insomma.
Essa può determinare infatti stanchezza, difficoltà respiratorie, tensioni muscolari e mal di testa.
Recentissimi studi hanno appurato che la sedentarietà può far aumentare l’ansia.
Sicuramente la mancanza di attività fisica determina tutta una serie di conseguenze, che vanno dalla tendenza ad accumulare grasso, alla obesità, all’osteoporosi, al diabete fino ai problemi di cuore.
Muoversi con costanza quindi è importantissimo per prevenire tutta una serie di problemi e di patologie. Questo è un dato di fatto oramai consolidato e conosciuto.
Ebbene è stato dimostrato (si tratta di uno studio pubblicato su BMC Public Health) che allo stesso modo la sedentarietà può determinare un aumento del rischio di soffrire di ansia.
Star seduti davanti ad un computer od alla televisione provoca quindi un aumento degli stati ansiosi o comunque l’insorgenza degli stessi. Stare seduti per troppo tempo altera il ciclo del sonno con conseguenze sul metabolismo.
La persona che passa molto tempo davanti ad un pc rischia di isolarsi dal mondo reale e di allontanarsi dalle relazioni sociali reali, con conseguente aumento dello stato ansioso.
Ecco quindi che sarà importante, per combattere l’ansia, fare attività fisica, sia che essa sia limitata a passeggiare all’aria aperta, sia che essa si rivolga allo svolgimento di sport. Lo sport in particolare aiuterà a produrre nel nostro organismo sostanze benefiche, endorfine ed altri ormoni, che porteranno benefici sul nostro umore.
Ricordiamo che è stato scientificamente provato che, già dopo pochi minuti di una moderata attività fisica, i ragionamenti si fermano e nel nostro organismo iniziano a prodursi endorfine e sostanze benefiche che stimolano la serenità e la felicità.
Le Cause Ambientali dei Disturbi d’Ansia
Stress
Il semplice stress quotidiano è uno dei motivi principali e più comuni dello sviluppo di ansia. Soprattutto uno stress a lungo termine può effettivamente provocare la nascita della sindrome. Esempi chiarificatori li possiamo trovare in un lavoro che non fa per noi e non ci piace e/o in un rapporto di amicizia o di amore emotivamente dannoso.
Sapere come reagire e far fronte a tutto questo è fondamentale. Molte delle persone che soffrono di stress persistente per un periodo di tempo prolungato si trovano a dover poi convivere con l’ansia perenne anche se la situazione stressante è ormai sopita o sparita del tutto.
Educazione. Esperienze di Vita. Legame con i Genitori
La nostra vita viene forgiata da milioni di esperienze e ognuna di queste può favorire, o impedire, lo svilupparsi di un problema legato all’ansia.
La si può assimilare dai nostri genitori, semplicemente osservando il loro modo di reagire alla paura, arrivando al punto di partorire una sorta di fobia sociale.
Oppure, può scaturire a causa di esperienze correlate al bullismo o per problemi con insegnanti e compagni di classe.
L’ansia generalizzata si può quindi trovare in qualsiasi esperienza di vita vissuta, a volte a piccole dose e altre volte, invece, si manifesta in modi molto più grandi.
Esperienze Traumatiche
In questo caso il disturbo relazionato all’ansia più diffuso è la purtroppo famosa Sindrome da Stress Post-Traumatico.
Ma i traumi che una persona può subire nel corso della vita possono manifestarsi anche con un problema di ansia generalizzato, attacchi di panico, fobia sociale e tanto altro ancora.
Questo perché il trauma ha il potere di avere gravi ripercussioni nel lungo periodo nell’animo e nella mente di una persona e ciò portare, prima o poi, a vivere con l’ansia perenne.
Cambiamenti
Sì, anche i cambiamenti possono influenzare l’arrivo degli stati d’ansia.
Se ci pensiamo bene in fondo è anche normale e giustificato: tutto ciò che non si conosce fa paura.
È così.
È umano.
Abbandonare un percorso stabile e conosciuto per una strada nuova e non ancora cementata a dovere spaventa, perché non possiamo sapere che cosa ci sarà ad aspettarci: sarà positivo o negativo?
E se ci sono ostacoli?
Se cadrò?
Il cambiamento ci provoca uno scombussolamento emotivo per via della poca familiarità che abbiamo con la situazione che ne consegue.
Questo può essere fonte di un significativo stress che culmina, infine, con uno stato d’ansia.
Ora, alcune persone si adattano bene al cambiamento ma per molti altri le cose si fanno parecchio più difficili. Questo vale per qualsiasi motivazione: dalla più piccola come al nuovo lavoro o una nuova sistemazione immobiliare, alla più grossa come la perdita di una persona cara, la rottura di una relazione sentimentale o un nuovo progetto che potrebbe cambiarti la vita in meglio.
Abusi e Abbandono
Così come per i bambini, anche negli individui adulti un abuso e un abbandono possono condurre verso una strada a senso unico: lo sviluppo della sindrome da ansia generalizzata.
Lo rivelano alcuni psicologi che indicano come questi due elementi nell’infanzia svolgano un ruolo fondamentale nell’ansia fanciullesca.
Ma in realtà le forme abusive e di abbandono possono verificarsi in qualsiasi momento, anche nell’età adulta. Un esempio viene fornito da chi si trasporta in relazioni sentimentali dannose per se stessi le quali si trovano a vivere un’estrema instabilità emotiva che termina inevitabilmente in una reazione potente.
E l’ansia è una di queste.
La cosa più importante da ricordare, tuttavia, è che in questi casi non sempre è possibile conoscere con certezza quale sia il reale motivo scatenante della sindrome.
Questa, infatti, potrebbe essere radicata dentro di noi sin dalla nostra infanzia a causa del modo in cui i nostri genitori ci hanno cresciuto.
Ma potrebbe essere derivata anche dalle interazioni che abbiamo vissuto nel nostro passato, lontano o vicino che sia.
Ecco perché gli psicologi spesso cercano di scoprire la causa insieme ai pazienti, per riuscire a scovarne l’origine.
E non c’è da allarmarsi o arrabbiarsi se la vera motivazione non viene a galla, perché come abbiamo visto l’ansia potrebbe essere una risposta che si è sviluppata nel corso degli anni grazie a un insieme di piccole esperienze che sono ben radicate nel nostro subconscio.
Sintomi Ansia: Come Sapere Se Si Tratta di Disturbo d’Ansia Generalizzato
Chiariamo subito che soltanto un medico psicologo è in grado ed è autorizzato ad affermare che si tratti di sindrome da ansia generalizzata.
Tuttavia, sappiamo che i medici utilizzano una serie di linee guida su cui si basano per poter effettuare la propria diagnosi. Queste devono esprimere tutte o quasi i seguenti criteri:
- apprensione
un eccessivo senso generale di preoccupazione e ansia in un periodo minimo di sei mesi con correlati almeno tre di questi sintomi: irrequietezza e/o nervosismo, stanchezza, problemi di concentrazione, distrazione, irritabilità, crampi e/o tensione muscolare.
- incapacità di rilassarsi
i pazienti affetti dalla GAD combattono una lotta interiore per fermare la loro incresciosa preoccupazione ma spesso queste diventano sempre più intense e travolgenti nel tempo.
- mancanza di focalizzazione
la persona affetta dalla malattia non sembra riuscire ad avere una solida messa a fuoco o un fondato motivo per rimanere in uno stato di preoccupazione sempre costante.
- difficoltà nel vivere quotidianamente
lo stress e l’ansia provoca nel paziente un forte ostacolo nelle relazioni personali, nel lavoro e in tutto ciò che concerne la vita sociale.
Vogliamo inoltre citare il fatto che tutti i sintomi citati non devono essere causati, ovviamente, da un abuso di sostanze tossiche o da una condizione medica.
Per averne la certezza i medici eseguono tutte le analisi del caso e, insieme alla loro esperienza personale, sono capaci di diagnosticare la GAD.
E ricordiamoci che non siamo destinati a smettere di sognare una vita piacevole:
l’ansia generalizzata è curabile e tutti possono avvertire i benefici di un trattamento medico per tornare finalmente a sorridere e a godersi ciò che la vita ci regala di bello.
In questo articolo indichiamo dei semplici consigli relativi ad esercizi che possono aiutare lo stado d’ansia, ma la tematica è molto vasta è deve essere trattata da uno specialista, il fai da te … funziona solo negli stato non patologici, per cui in nome della chiarezza accenniamo alle possibili opzioni.
Opzioni di Trattamento per l’Ansia
È ormai un dato di fatto provato e comprovato: l’ansia è in grado di condizionare le nostre scelte e, di conseguenza, la nostra vita.
Ecco perché trovare il trattamento ideale è fondamentale.
Come in ogni condizione che riguardi la salute mentale, ci deve essere un tipo di intervento.
Non è possibile curare l’ansia semplicemente aspettando che se ne vada. C’è bisogno di un qualcosa che sia efficace, che dimostri di produrre risultati.
Ce ne sono migliaia, ma alcuni funzionano meglio di altri. In questo articolo vogliamo soffermarci sui quattro tipi principali:
- psicoterapia
- trattamento farmacologico
- trattamenti complementari
- modifiche allo stile di vita
Ognuno di questi non esclude l’altro.
L’ideale, per un recupero rapido e costante, è quello di considerare ed esplorare tutte le opzioni disponibili piuttosto che limitarsi a una singola scelta.
La medicina non sempre riesce a curare l’ansia generalizzata da sola.
E la terapia non può fornire un supporto completo se non la si associa a una modifica radicale e sostanziale dello stile di vita.
Tutto ciò di cui si ha bisogno è l’impegno e la volontà di continuare a provare e rialzarsi, nonostante non si riescano a scorgere risultati immediati.
Trattamenti Comuni e Non Comuni: Cosa Scegliere
La scienza ci insegna che non vi è nulla di male nell’utilizzare un trattamento meno tradizionale, ma ricordiamoci che molte delle cure più comuni e popolari hanno alle spalle anni e anni di ricerche e studi scientifici che le hanno analizzate e provate a lungo, prima di dichiararle affidabili.
Quindi, se si prova un trattamento meno convenzionale e questo non funziona, non dimentichiamo che molti di quelli convenzionali sono efficaci e sempre disponibili. Detto questo, mantenere una mente aperta è sempre importante e porterà a seguire un percorso piuttosto che rimanere fermi ad aspettare.
Trattamenti Psicologici per i Disturbi Legati all’Ansia
La Terapia Cognitivo-Comportamentale
È il principale trattamento psicologico con innumerevoli documenti di ricerca che lo vedono coinvolto in esperimenti e studi di grande rilevanza.
È stato confrontato con il placebo e i risultati dimostrano che è una delle cure maggiormente efficaci.
Il trattamento utilizza la ricerca comportamentale e le funzioni cognitive legate alla formazione delle ipotesi e dei pensieri, arrivando a modificare i comportamenti per produrre risultati.
Esistono più tipologie di terapia cognitivo-comportamentale ma ogni tecnica ha un modus operandi molto simile:
si affrontano delle relazioni casuali tra i pensieri e l’ansia, cercando di eliminare quelli che conducono all’ansia e fornendo così gli strumenti per lenire le reazioni emotive che la scatenano.
La Psicanalisi
La Psicoterapia vista da una prospettiva psicodinamica è un modo di analizzare l’ansia passando attraverso la storia e il passato dell’individuo.
Mentre la tecnica osservata in precedenza spesso si concentra sul presente (anche in quel caso, però, la comprensione del passato diventa ugualmente importante), la psicoanalisi si concentra quasi esclusivamente sul passato con la credenza che la maggior parte dei disturbi siano il risultato di problemi scaturiti con la prima infanzia e le relazioni con i propri genitori.
Uno dei più grandi espositori e teorici psicodinamici, e forse il più famoso, è Sigmung Freud il quale riteneva che all’interno delle zone consce e inconsce del cervello esistono dei conflitti che possono generare problemi ansiotici.
Allo stesso modo questi possono nascere da meccanismi di difesa e da relazioni familiari.
Mettendo queste due parti in relazione tra di loro e portandole in superficie, si ci può liberare dal fardello e, in conclusione, smettere di vivere una vita ansiosa.
Proprio come la terapia cognitivo-comportamentale, anche la psicoanalisi si può suddividere in più rami, molte delle quali sono state fondate proprio dagli studenti di Freud.
E anche se con il tempo ha perso ?
credibilità?
nel mondo psicologico grazie a studi che hanno mostrato solo un modesto miglioramento dei sintomi rispetto al placebo, rimane comunque uno strumento influente e per alcune persone può avere notevoli vantaggi.
Terapia Sistemica
La terapia sistemica è meno nota delle due precedenti, ma nel corso degli ultimi decenni è cresciuta in termini di popolarità.
A differenza delle altre forme di terapia che si basano sulla ricerca intrinseca dell’individuo a livello personale, la terapia sistemica ritiene che l’ansia generalizzata sia il risultato di un sistema di relazioni sociali.
In questo caso si cerca di identificare i problemi all’interno delle relazioni con amici, familiari e colleghi di lavoro e capire quale sia quella che contribuisce a provocare la tensione.
Quindi, si arriva al punto di gestire l’ansia modificando il modo di rapportarsi con gli altri. Ma come abbiamo ormai consolidato, l’ansia viene causata da un insieme indefinito di fattori, perciò è probabile che la cura funzioni meglio per alcuni piuttosto che per altri.
La scienza sta ancora studiando la terapia in questione ma non dà alcun ragionevole motivo che indichi la non efficacia di quest’ultima, in particolar modo se l’ansia sta influenzando la nostra vita sociale.
Desensibilizzazione e Rielaborazione dei Movimenti dell’Occhio
Denominata con la più semplice sigla EMDR, si tratta di una terapia ancora in via sperimentale che ha provocato alcune reazioni polemiche all’interno della comunità scientifica. Sembra non porti alcun tipo di vantaggio per l’ansia generalizzata ma potrebbe essere utile come trattamento per la sindrome da stress post-traumatico e cura contro le fobie.
La tecnica si basa sulla teoria che i sintomi ansiotici si presentano quando le esperienze traumatiche vengono conservate in maniera adeguata nel cervello, provocando meccanismi psicologici atti a interpretarla.
Se questi ricordi vengono memorizzati correttamente, invece, l’ansia potrebbe essere ridotta se non addirittura eliminata; questa è l’idea su cui si basa tutta la terapia EMDR.
Come viene praticata?
La cura comprende un determinato movimento degli occhi da una parte all’altra, il tocco di parti del corpo e altro ancora.
Esperienza Somatica
Si tratta di un’altra forma particolarmente interessante di psicoterapia sviluppata dal Dr. Peter Levine che ha messo a confronto tra di loro molte delle risposte innescate nelle persone che hanno partecipato come volontari ai suoi esperimenti.
Uno di questi consisteva nell’osservare animali allo stato selvatico in situazioni di pericolo di vita. In alcune persone questa visione ha provocato un trauma che veniva studiato nel dettaglio dalla squadra di scienziati.
La terapia che ne è conseguita si pone l’obiettivo di alleviare alcune delle sensazioni di tensione fisica che rimane intrinseca nel corpo per anni dopo il trauma. Il medico ritiene, infatti, che quando si verificano eventi intensamente spaventosi, il sistema nervoso autonomo si accentua ma non viene sostituito dopo che l’evento traumatico è passato.
Così, questo approccio cerca di ridurre la sindrome da stress post-traumatica, aiutando i pazienti a diventare più consapevoli del proprio corpo e delle proprie sensazioni. Altre forme di terapia popolari hanno su di sé prove empiriche della loro efficacia, mentre altre sono ancora in fase di sperimentazione. Ecco di che cosa stiamo parlando:
- terapia umanistica
- terapia esistenziale
- ipnoterapia
- terapia di coppia e familiare
- terapia di gioco (per bambini)
- terapia orientata al raggiungimento degli obiettivi
- terapia dialettica
- terapia della danza
- terapia artistica.
Ora che abbiamo analizzato nel dettaglio, è opportuno pensarci bene prima di scegliere qualsiasi tecnica terapeutica.
Molte di queste non hanno ancora ricevuto l’esperienza di studi ed esperimenti sulle spalle che possa dimostrarne con effettiva certezza l’efficacia (al contrario la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia comportamentale dialettica e quella coniugale hanno invece ricevuto abbastanza dati e informazioni da essere considerate sicure e fondate), altre ancora sono in via sperimentale e alcune è possibile addirittura catalogarle come pseudoscienza.
È perciò necessario capire quale terapia ci porta i vantaggi maggiori e quella con cui ci sentiamo a nostro agio, senza scoraggiarci se non funzionano come avevamo previsto.
Ricordiamoci che tutti i tipi di cura non possono funzionare per tutti e a volte tutto quello che serve è un cambiamento.
Trattamenti Farmacologici per i Disturbi d’Ansia
La maggior parte dei moderni psicologi e ricercatori sono d’accordo sul fatto che nessuna persona al mondo dovrebbe dipendere esclusivamente da trattamenti per l’ansia di natura farmacologica e medicinale. In primis, molti farmaci hanno effetti collaterali più negativi che positivi e sarebbe perciò improponibile l’assunzione per tutta la vita. In secondo luogo, non offrono strategie che permettano di adattarsi e far fronte all’ansia in futuro, finendo con il dipendere in maniera esclusiva dai farmaci.
Questo non vuol dire, però, che le medicine non vanno bene. Alcune sono molto efficaci e riescono a trattare l’ansia nel breve termine. Ma a prescindere dal fatto che si decida di assumere qualsiasi farmaco, è bene assicurarsi di metterlo in relazione con un tipo di terapia comportamentale.
Tecniche di Trattamento Complementari per l’Ansia
Sono un tipo di trattamenti e cure che possono essere utilizzate come aggiunta a una terapia, qualsiasi essa sia. Sono tecniche pensate e create semplicemente per contribuire a gestire l’ansia personale e trovare, quindi, un poco di sollievo.
Alcune di queste comprendono:
- tecniche di rilassamento
sì, è comprensibile. Rilassarsi con un attacco di ansia in corso è difficile, ma ci sono delle strategie che è possibile implementare per calmare la mente e il corpo. Alcuni esempi includono la respirazione profonda, la visualizzazione, il rilassamento muscolare progressivo, la meditazione, ecc.
ovviamente, non cureranno l’ansia da soli e possono essere complicati da padroneggiare, ma una volta presa l’abitudine possono ridurre gli attacchi d’ansia del momento e rendere più facile il calmarsi durante questi attacchi.
- attività fisica
gli esperti parlano sempre dell’attività fisica in termini di benefici per la salute. Ma la ricerca suggerisce in maniera chiara che impegnarsi regolarmente in un allenamento quotidiano promuove anche la salute mentale. Infatti, molti studi hanno collegato la sedentarietà a un alto livello di ansia.
L’attività fisica, al contrario, brucia gli ormoni dello stress e aumenta la produzione di endorfine, oltre a rilassare i muscoli e altro ancora.
- integratori alimentari
esistono in commercio diverse vitamine e integratori alimentari in grado di essere utili contro l’ansia generalizzata. Alcune ricerche hanno suggerito che gli squilibri di vitamine, come per esempio la carenza di magnesio, possono contribuire alla nascita, se non addirittura provocare, i sintomi ansiotici. Questa è la prova che afferma come migliorare il nostro apporto nutrizionale possa essere davvero prezioso.
Si raccomanda a ogni modo di non fare di testa propria e di rivolgersi al proprio medico per trovare il tipo di integratori che faccia al caso nostro.
- cambiamenti dietetici
allo stesso identico modo sussistono prove che indicano come alcuni componenti della dieta moderna (zuccheri raffinati, per esempio) possano contribuire all’aumento dei segnali d’ansia. Eliminare i cibi fritti e diminuire l’assunzione della caffeina può essere utile per combattere la pressione provocata dall’ansia.
- integratori alle erbe
vige la stessa regola di prima, parlare con il medico di base prima di tentare un rimedio a base di erbe. Ma la valeriana e la passiflora sono vegetali legati al trattamento dell’ansia, alcune delle quali possono essere potenti al pari di un farmaco.
Altre strategie correlate all’ansia includono l’agopuntura, la preghiera e l’aromaterapia. Ma non sono le uniche, ovviamente.
Possiamo comunque citare un importante studio effettuato su 101 pazienti affetti dal disturbo d’ansia generalizzato che sono stati poi suddivisi in cinque gruppi.
Ogni gruppo di persone è stato trattato per un tempo superiore alle dieci settimane con una delle seguenti opzioni di trattamento:
- gruppo 1 – Diazepam
- gruppo 2 – placebo (gruppo di comparazione)
- gruppo 3 – terapia cognitivo-comportamentale
- gruppo 4 – Diazepam più terapia cognitivo-comportamentale
- gruppo 5 – placebo più terapia cognitivo-comportamentale.
I risultati si possono ben immaginare e dimostrano che la medicina da sola è risultata alquanto inefficace.
Ma combinati alla terapia cognitivo-comportamentale si è potuto osservare un notevole riscontro positivo.
Questo è un chiaro esempio dei tipici problemi che spesso si verificano nel trattare le malattie legate all’ansia: nessuna cura è efficace di per sé.
O per lo meno, si avrà necessariamente bisogno di assicurarsi di scegliere una terapia che porti risultati su di sé e sia piacevole, senza aggiungere ulteriore disagio.
Sì, perché il proprio interesse nel provare la terapia porta di conseguenza giù un effetto positivo.
Con questo articolo corposo e ricco di contenuti abbiamo voluto dimostrare che l’ansia è sì un disturbo debilitante ma esistono trattamenti e cure efficaci e reali che possono aiutare a uscirne fuori. Tutto quello che si deve fare è essere disposte a utilizzarle e impegnarsi a fondo nel trovare una soluzione.
ESERCIZI PER RIDURRE ANSIA E DEPRESSIONE
Mediante alcuni esercizi è possibile migliorare la sintomatologia della depressione e dell’ansia.
L’esercizio non è una cura della depressione o dell’ansia, ma i suoi benefici psicologici e fisici possono migliorare i sintomi.
Quando si è depressi o ansiosi, esercitarsi può essere l’ultimo dei pensieri, ma bisogna scrollarsi di dosso questo senso di inerzia.
In che modo gli esercizi aiutano nella depressione e nell’ansia
Da molto tempo si considera l’esercizio fisico come un modo per mantenere la condizione fisica e prevenire l’ipertensione, diabete, obesità ed altre malattie.
Un crescente volume di ricerche mostra che può anche migliorare i sintomi di certe patologie mentali, quali la depressione e l’ansia, ed anche a prevenire una ricaduta dopo un trattamento per queste patologie.
Sarebbero sufficienti 30 minuti di esercizio al giorno, per 3 – 5 giorni alla settimana, per migliorare in modo significativo la sintomatologia.
Comunque, anche più piccole quantità di attività — da 10 a15 minuti per volta — hanno mostrato di migliorare l’umore nel breve termine. Non è ancora chiaro come ciò avvenga, ma i ricercatori ritengono che l’esercizio fisico causi cambiamenti sia nella mente che nel corpo.
Diverse evidenze suggeriscono che l’esercizio:
- influisce positivamente sui livelli di certi neurotrasmettitori cerebrali che
- innalzano l’umore
- aumenta la produzione di endorfine,
- riduce la tensione muscolare,
- aiuta a dormire meglio
- riduce i livelli di cortisolo, ormone dello stress.
L’esercizio aumenta anche la temperature corporea, con conseguenti effetti calmanti.
I benefici dell’esercizio su depressione e ansia
- Fiducia
Impegnarsi nell’attività fisica offre un senso di realizzazione. Porsi degli obiettivi o delle sfide, non importa l’entità, può stimolare un senso di fiducia in se stessi nel momento in cui se ne ha più bisogno.
L’esercizio può anche migliorare la percezione del proprio aspetto e l’autostima.
- Distrazione
Se siete depressi o ansiosi, è facile autocompiangersi, ma questo compromette la capacità di risolvere i problemi e reagire in modo sano, e nel lungo periodo la depressione può peggiorare.
L’esercizio può costituire una buona distrazione spostando il focus da pensieri spiacevoli a qualcosa di più piacevole, quale l’ambiente attorno o l’ascolto della musica durante l’attività.
- Interazioni
Depressione ed ansia possono portare all’isolamento che a sua volta può peggiorare la malattia.
L’esercizio può creare opportunità per interagire con gli altri, anche solo uno scambio di sorrisi amichevoli o di saluti con i propri vicini mentre si cammina.
- Affrontare la malattia in modo sano
Fare qualcosa di benefico per gestire la depressione o l’ansia è una strategia positiva per superarla: cercare di sentirsi meglio bevendo in modo eccessivo, compiangersi per il proprio stato o sperare che depressione e ansia passeranno da sole, non sono comportamenti utili ed efficaci per vincere il problema.
Consigli per iniziare a fare esercizi quando si è depressi o ansiosi
Naturalmente, sapere che l’esercizio fisico porta dei benefici può non bastare a trovare la forza di affrontarlo.
La depressione e l’ansia rendono abbastanza difficile anche solo lavare i piatti, fare la doccia o andare a lavoro.
Come convincersi a iniziare?
Qui di seguito alcuni passi da seguire che vi aiuteranno a iniziare un esercizio fisico:
1. Ottenere il supporto del proprio medico: parlare con il vostro medico o terapeuta per essere guidati e supportati. Discutete i problemi legati ad un programma di esercizi e come questo si inserisca in un programma complessivo di trattamento.
2. Identificare ciò che vi piace fare
Capire quale tipo di esercizio o attività si è più propensi ad eseguire ed immaginare quando e come sareste più disponibili a farli.
Per esempio, sarebbe più gradevole fare un po’ di giardinaggio di sera o fare una corsa di primo mattino?
Passeggiare nel bosco o giocare a pallacanestro con vostro figlio dopo la scuola?
3. Porsi degli obiettivi ragionevoli
Il vostro compito non deve essere quello di fare passeggiate di un’ora quattro o cinque volte la settimana. Considerate quanto potreste realmente fare: venti o dieci minuti?
Cominciate da qui ed aumentate. Preparate un piano adatto alle vostre necessità e capacità piuttosto che seguire indicazione teoriche che potrebbero aggiungere altre tensioni.
Non pensate all’esercizio come a un peso. Se deve essere solo un altro obbligo nella vostra vita con cui non ritenete di dover convivere, sarete portati a considerarlo come un fallimento. Piuttosto, considerate il piano di esercizi analogamente al modo con cui affrontate le sessioni di terapia o un trattamento farmacologico: come uno degli strumenti per aiutarvi a stare meglio.
4. Address your barriers
Identificate le vostre barriere individuali agli esercizi.
Se vi sentite intimiditi da altri o siete imbarazzati, potete desiderare di esercitarvi nel privato della vostra casa.
Se affrontate meglio gli obiettivi con un partner, trovate un amico con cui lavorare.
Se non avete abbastanza denaro da spendere per l’equipaggiamento, fate qualcosa virtualmente privo di costi: camminate.
Se pensate bene a ciò che vi impedisce di fare esercizi, potete trovare probabilmente una soluzione alternativa.
5. Preparsi ai contrattempi e agli ostacoli
Esercitarsi non è sempre facile e divertente ed è allettante biasimarsi per questo: soggetti depressi sono particolarmente portati vergognarsi dei fallimenti percepiti. Non cadete in questa trappola, datevi credito da soli per ogni passo nella giusta direzione non importa quanto piccolo. Se saltate un esercizio, non significa che state fallendo.
Tenterete di nuovo un altro giorno.
Iniziare un esercizio quando siete depressi o ansiosi
Iniziare un programma di esercizi è duro: un problema chiave da risolvere è come superare i momenti in cui sembra di non potercela fare o non volere fare gli esercizi.
- Cosa accade se la vostra auto non parte?
Probabilmente siete capaci di trovare subito varie soluzioni per superare questo ostacolo, come chiamare un auto service, prendere il bus, o chiamare in aiuto il vostro partner o un amico.
Ma i più non approcciano l’esercizio in questo modo.
- Cosa accade se volete andare a fare una passeggiata ma sta piovendo?
Molti semplicemente decideranno di non uscire.
Con gli esercizi spesso ci creiamo un ostacolo e diciamo: “E’ così! Non posso eseguirlo, quindi non lo faccio e basta.”
Invece occorre trovare la maniera di superare questa barriera, proprio come superereste altri ostacoli nella vostra vita. Immaginare altre opzioni: passeggiare sotto la pioggia o andare in palestra ed esercitarsi al coperto, per esempio.