Il disturbo bipolare è una malattia cronica e rappresenta uno dei più importanti problemi di salute pubblica.

Antipsicotici, neurolettici e anticonvulsivanti stabilizzatori dell’umore sono i farmaci più utilizzati durante le fasi acute, mentre il litio previene le crisi e, con altri regolatori dell’umore, le ricadute.

Il disturbo bipolare o “depressione bipolare” fa parte della categoria dei disturbi dell’umore ed è caratterizzato dall’alternanza di fasi depressive (polo negativo), con sintomi simili a quelli determinati dalla depressione unipolare, e fasi cosiddette “maniacali” o “euforiche” (polo positivo), nelle quali il paziente si sente particolarmente attivo, in forma, allegro, “su di giri” e si trova in uno stato di temporanea esaltazione e grande espansività.

Mentre non si conosce una cura definitiva per il disturbo bipolare, questa è tuttavia una patologia ben trattabile che si può tenere sotto controllo.

Il disturbo bipolare esordisce quasi sempre durante l’adolescenza o, comunque, prima dei 25-30 anni.

Nella maggioranza dei casi, il primo episodio è di tipo depressivo.

La prima fase maniacale o euforica, invece, può comparire anche dopo diversi anni.

  • Disturbo bipolare di tipo1 in cui ad uno o più episodi maniacali si alternano periodi depressivi maggiori e periodi asintomatici.
  • Disturbo bipolare di tipo 2 in cui ad episodi depressivi minori si alternano episodi ipomaniacali ed episodi asintomatici.
  • Disturbo bipolare di tipo 3 o misto in cui vari episodi depressivi/ maniacali si manifestano insieme, senza alcun periodo asintomatico.

Emettere una corretta diagnosi di disturbo bipolare fin dall’esordio è estremamente importante per poter offrire al paziente la terapia  adeguata.

Un elemento che deve far sospettare che si tratti di disturbo bipolare anziché depressione unipolare, è la presenza di uno o più sintomi ansiosi durante le fasi depressive.

All’origine del disturbo bipolare si riconoscono fattori genetici predisponenti e specifiche alterazioni nei circuiti cerebrali che controllano il tono dell’umore, l’affettività, gli impulsi e alcune funzioni biologiche fondamentali (appetito, sonno, sessualità ecc.).

Queste alterazioni sono legate principalmente a modificazioni dei livelli di alcuni neurotrasmettitori in particolare, serotoninanoradrenalina e dopamina.

Altri elementi che possono contribuire all’insorgenza del disturbo bipolare comprendono difetti nei meccanismi della risposta allo stress e modificazioni significative dei livelli ormonali.

Anche l’ambiente riveste un ruolo chiave, potendo favorire lo scatenamento dei sintomi o, al contrario, prevenendo le manifestazioni.

Il disturbo bipolare tende, inoltre, a peggiorare in particolari periodi dell’anno.

La persona bipolare alterna fasi depressive a fasi maniacali o ipomaniacali.

Le prime in genere si protraggono per più tempo rispetto alle seconde e possono durare da qualche settimana fino a qualche mese.

Le fasi maniacali al contrario non hanno durate superiori alle due settimane.

Il passaggio dalla fase depressiva a quella maniacale può verificarsi in modo repentino, ma in alcuni casi fra le due fasi può intercorrere anche un certo lasso di tempo durante il quale la persona presenta un umore normale.

In taluni casi si può verificare solamente una delle fasi, alternata a periodi di normalità.

In particolare nel caso in cui si verifichino solo le fasi maniacali si parla sempre di disturbo bipolare, mentre quando si verificano solo le fasi depressive si parla di depressione maggiore.

La fase depressiva è caratterizzata dalla presenza di un umore basso, dalla tristezza e dalla sensazione che vada tutto male.

Come per le normali depressioni, tale fase può portare con sé insonnia o inappetenza, memoria diminuita e difficoltà di concentrazione.

Si arriva anche a pensare al suicidio.

La fase maniacale invece porta un umore altissimo, un immotivato ed eccessivo ottimismo e la sensazione che si sia in grado di poter fare tutto (sensazione di onnipotenza).

Questa fase è denotata da comportamenti iperattivi e caotici, il soggetto è pieno di energia che non sa come convogliare tanto da arrivare a non nutrirsi o non dormire, a compiere azioni anche azzardate, fare acquisti sregolati, darsi al gioco d’azzardo etc.

E’ bene precisare che in alcuni casi la fase maniacale (ipomaniacale) può essere caratterizzata dalla presenza di una forte rabbia, senso di rivalsa o di vendetta, irritabilità, intolleranza, aggressività.

Per poter meglio individuare la possibile presenza del disturbo bipolare è possibile valutare la presenza di uno di questi sintomi, tipici della fase depressiva:

  • riduzione di interessi e piacere nello svolgimento delle normali attività,

  • depressione e disperazione,

  • aumento o riduzione del sonno, affaticamento,

  • perdita dell’appetito o aumento del peso,

  • senso di colpa e inadeguatezza,

  • incapacità di concentrarsi,

  • perdita delle energie,

  • pensieri di suicidio e di morte.

I sintomi della fase maniacale sono invece:

  • aumento spropositato dell’autostima,

  • tendenza a parlare molto,

  • insonnia,

  • volubilità nelle opinioni e pensieri,

  • agitazione generale,

  • aumenti delle attività,

  • svolgimento di attività pericolose o dannose.

Non è così semplice diagnosticare il bipolarismo in quanto per alcune caratteristiche esso è simile ad altri disturbi come quello borderline.

E’ quindi necessario chiedere il parere di uno specialista ai fini della esatta individuazione del problema ed attuazione della cura migliore.
Quanto alla cura, essa è soprattutto di tipo farmacologico, mediante l’uso di farmaci stabilizzatori dell’umore ed antidepressivi, il tutto sempre su prescrizione e controllo medico.

E’ molto usato nella terapia il litio, specie nelle fasi acute.

Il trattamento farmacologico

Mentre non si conosce una cura definitiva per il disturbo bipolare, questa è tuttavia una patologia ben trattabile che si può tenere sotto controllo.

Gli obiettivi del trattamento sono la stabilizzazione dell’umore, riducendo la frequenza e la gravità degli episodi maniacali e depressivi, e la prevenzione delle ricadute future.

Per raggiungere questi obiettivi è solitamente necessaria un’adeguata cura farmacologica rappresentata prevalentemente da quattro categorie terapeutiche che spesso vengono adoperate in associazione:

  • stabilizzatori dell’umore,
  • antidepressivi,
  • antipsicotici,
  • ansiolitici.

In aggiunta ai farmaci, sono fondamentali la psicoterapia, la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia familiare, ai fini di aiutare le persone a riconoscere il disturbo e a sviluppare la capacità di fronteggiare le cause che possono innescare il disturbo.

Potrebbero rendersi necessarie, durante l’evoluzione del disturbo, modifiche nella dose o nel tipo di farmaci così come modifiche nel metodo di cura.

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